sabato 20 novembre 2010

pensieri #5

lettera di notte

Ascolto questa musica
è un vecchio e sporco jazz,
dimenticato in qualche parte del mondo
e raccolto da un ubriaco.
Guardo dal mio balcone la mia città:
è nuda e solitaria,
tace il vento e ad un tratto il respiro viene meno.
Ti ricordi quando sognare una nota
era come guardare aldilà del vetro?
Credo che ora tutto sia andato lontano,
per raccontare che le corde invecchiano,
ingialliscono così come le nostre vene
e gli occhi sono troppo stanchi per alimentare quella candela.
Ogni tanto ci passo ancora da quelle parti:
le facce sono sempre le stesse,
persino l’odore d’umido
e la spregiudicata voglia di sfida
sono le stesse.
C’è ancora quel manifesto appeso alla porta del bagno,
chissà quanta gente,guardandolo, sorride e bestemmia
prima di andare a pisciare.
Il tempo ci ha sbattuti fuori amico mio,
ma,tu, non consumarti è stato meglio così per noi
e forse non lo sapevamo nemmeno.
Il disco sta finendo: chiudo la finestra della notte
e apro quella del ricordo,
buonanotte amico, buonanotte fratello.

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